Sabato 21 giugno, 250mila persone e il Papa in Calabria
Nell’omelia erano presenti 250mila persone e il Papa in Calabria ha invitato a tutti i presenti a “rinunciare agli idoli del denaro, della vanità, dell’orgoglio e del potere” e “al male in tutte le sue forme”. “Come vescovo di Roma – ha affermato Francesco – sono qui per confermarvi non solo nella fede ma anche nella carità, per accompagnarvi e incoraggiarvi nel vostro cammino con Gesù carità. Voglio esprimere il mio sostegno al vescovo, ai presbiteri e ai diaconi di questa Chiesa. Ma lo estendo a tutti i pastori e fedeli della Chiesa in Calabria, impegnata coraggiosamente nell’evangelizzazione e nel favorire stili di vita e iniziative che pongano al centro le necessità dei poveri e degli ultimi. E lo estendo anche alle autorità civili che cercano di vivere l’impegno politico e amministrativo per quello che è, un servizio al bene comune”. Francesco ha incoraggiato “tutti a testimoniare la solidarietà concreta con i fratelli, specialmente quelli che hanno più bisogno di giustizia, di speranza, di tenerezza.
Ha fatto visita ai detenuti nel carcere di Castrovillari: “Pregate per me perché anche io faccio i miei sbagli e devo fare penitenza”. Poi ha incontrato i famigliari di Cocò Campilongo, ucciso e bruciato dalle cosche della ‘ndrangheta a 3 anni: “Mai più – ha detto loro Bergoglio – succeda che un bambino debba sopportare queste sofferenze”.
“La ‘ndrangheta adora i soldi e disprezza il bene”: anatema del Pontefice nell’omelia della Messa celebrata sulla Piana di Sibari.
Quarto viaggio di Bergoglio in Italia dopo quelli a Lampedusa, Cagliari e Assisi. “La Chiesa deve dire di no alla ‘ndrangheta. I mafiosi sono scomunicati”, ha ammonito duramente il Papa parlando a braccio durante l’omelia della Messa celebrata nella piana di Sibari.
Il Papa ha assicurato anche la sua preghiera per i bambini e per tutte le vittime della violenza. “Pregate per me perché anche io faccio i miei sbagli e devo fare penitenza” ha detto poi Francesco guardando negli occhi i duecento detenuti del carcere di Castrovillari.
Con un fuori programma, davanti a 250mila persone il Papa in calabria ha pregato nella parrocchia di San Giuseppe dove padre Lazzaro viveva il suo apostolato. “Nelle riflessioni che riguardano i detenuti – ha affermato il Papa nel carcere di Castrovillari – si sottolinea spesso il tema del rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e l’esigenza di corrispondenti condizioni di espiazione della pena.
La ‘ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male – ha scandito con forza il Papa – va combattuto, va allontanato. Bisogna dirgli di no. La Chiesa, che sono tanto impegnate nell’educare le coscienze, deve sempre di più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi. Ce lo domandano i nostri giovani, bisognosi di speranza. Per poter rispondere a queste esigenze, la fede ci può aiutare”.